Il ruolo dell’arte nel processo educativo
di Clara Sorce, Insegnante laboratorio grafico pittorico
Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco – Bruno Munari
Fin dalla primissima infanzia i bambini e le bambine hanno bisogno di esprimersi attraverso il linguaggio che comunemente chiamiamo “artistico”, vale a dire capace di esprimere il loro mondo, composto di trasformazioni, consolidazioni e costruzioni. Il nuovo paradigma educativo che abbracciamo vede al centro la creatività come una capacità produttiva che può essere sviluppata e alimentata attraverso la didattica dell’arte. Tra i primi a parlarne in Italia c’è Bruno Munari, un artista poliedrico, che ha sperimentato diversi campi di ricerca artistica, fino a giungere al campo educativo ed editoriale rivolto all’infanzia. Ed è proprio la metodologia di Munari la bussola che mi accompagna nell’insegnare l’arte, attraverso essa attuo strategie capaci di legare i bambini all’arte contemporanea, alla natura e all’albo illustrato. Munari sottolinea una distinzione fondamentale: dominare la natura è una tendenza degli occidentali, al contrario, essere nella natura degli orientali.
I bambini e le bambine della Scuola Valdese esplorano la natura, si addentrano nelle sue trasformazioni, la ricercano nei suoi colori, nelle sue forme, nei suoi suoni, nelle sue texture con lenti di ingrandimento e cubi luminosi per osservarne ogni singolo dettaglio, fino a identificarsi con essa. Di fronte alla natura i bambini e le bambine si meravigliano e imparano sin da piccoli a rispettarla, perché sostiene la nostra permanenza sulla terra.
Dopo passeggiate e visite didattiche in siti naturali, guidati con spirito attento, creativo e volto all’ascolto delle loro riflessioni e osservazioni, in classe, all’interno del laboratorio artistico, elaborano quanto hanno osservato e provano ad esprimerlo. Mettendo le mani in pasta, sperimentando la tecnica dei buchi, dell’impasto della malta con la terra, dell’acqua con la colla vinilica, scoprono col gioco molti artisti del panorama dell’arte contemporanea, come Lucio Fontana. I bambini e le bambine sono il futuro e noi in quanto educatori li sosteniamo nella scoperta della bellezza, che si fa paradigma educativo laddove assecondiamo uno sguardo che impari a “saper vedere”.