Considerazioni sul processo di insegnamento dell’Inglese
di Şenay Boynudelik, Insegnante di lingua inglese
Nel corso del laboratorio di lingua inglese le nozioni grammaticali si trasformano in un sapere interattivo utile a partecipare ad attività coinvolgenti in cui i bambini e le bambine si mettono in gioco senza alcun timore. Un metodo di insegnamento efficace, sviluppato in un’aula ad hoc con un allestimento che “parla inglese”, per incoraggiare l’uso della lingua anche nelle attività quotidiane.
Apprendere o acquisire una lingua? Nel processo di insegnamento dell’inglese è importante considerare se un metodo mira all’acquisizione o all’apprendimento della lingua. Stephen Krashen (1982) ha affermato che il processo di acquisizione di una lingua avviene in modo naturale quando le bambine e i bambini sono immersi in una lingua, e reagiscono spontaneamente interagendo in modo inconscio. Al contrario, l’apprendimento di una lingua è un processo consapevole e piuttosto razionale che normalmente avviene in modo programmato, ad esempio quando si impara la grammatica o il vocabolario. Pertanto, quando si impara l’inglese nelle prime fasi, le studentesse e gli studenti iniziano ad acquisire la lingua in modo inconsapevole, motivati da necessità, come ottenere l’attenzione dell’insegnante, scambiare informazioni o partecipare a un gioco. Di conseguenza, le alunne e gli alunni iniziano a capire, a sentirsi a proprio agio e ad abituarsi a un ambiente in cui si parla inglese. L’apprendimento della lingua entra in dialogo con le attività manuali in modo che i bambini e le bambine utilizzino e ascoltino l’inglese nella pratica, mentre realizzano oggetti, disegnano, giocano, completano puzzle. Questo approccio permette di abbinare parole e immagini, eseguire movimenti in risposta a istruzioni e altre attività che coinvolgono il tatto, la vista e l’udito.
In classe l’insegnante si avvale di attività basate sul collegamento del linguaggio con le azioni secondo il metodo noto come Risposta Fisica Totale. Molte attività di ascolto per i più piccoli utilizzano questo principio, come ad esempio quelle in cui ascoltano e rispondono ai comandi (ad esempio “siediti”, “girati”, “toccati il naso”), ascoltano e scelgono un’immagine, ascoltano e disegnano o ascoltano e numerano una sequenza di azioni. Allo stesso modo, le attività di conversazione possono includere il canto, i dialoghi e l’uso di espressioni fisse che gli studenti e le studentesse possono praticare in situazioni diverse.
Poiché i giovani studenti hanno tempi di attenzione limitati, è importante includere diverse attività brevi in una lezione e passare rapidamente da un’attività all’altra. Le attività della durata di cinque-dieci minuti sono le più efficaci. Spesso è utile un equilibrio tra i seguenti tipi di attività che devono essere sempre ben collegate: ascolto, conversazione, lettura, lavoro individuale, lavoro a coppie, lavoro di gruppo, momenti di interazione con l’intera classe, momenti insegnante-alunno e alunno-alunno. Ai bambini e alle bambine piace anche socializzare con gli altri compagni/e e le attività che funzionano meglio sono quelle in cui gli alunni e le alunne lavorano con gli altri/le altre in coppia o in gruppo, rispetto alla classica lezione frontale. Le attività che prevedono la collaborazione richiedono un’attenta preparazione per garantire che i bambini e le bambine abbiano le parole e le espressioni necessarie per svolgere l’attività. A seconda del livello di insegnamento e del tipo di materiale assegnato in base al piano di studi, si provano una o più strategie per rendere più efficace l’apprendimento della classe. La stessa strategia potrebbe non funzionare da un anno all’altro e l’insegnante potrebbe scoprire che mentre una strategia funziona per una classe, può non essere adatta in un’altra. Come insegnanti, dobbiamo essere flessibili e disposti a sperimentare diversi approcci all’insegnamento; essere flessibili ci aiuterà a trovare una formula vincente.